BiografiaMi presento Sono nato a Bologna nel 1921, e a Bologna ho lo studio in via Guinizelli, 4. Fin dall’infanzia il disegno è stato il mio passatempo principale; quando ero piccolo mio padre mi prendeva sulle ginocchia raccontandomi delle favole, delle quali tratteggiava la figura del personaggio principale sotto i miei occhi attoniti ed ammirati. Ho vissuto per lungo tempo presso la famiglia patriarcale del mio nonno materno dove viveva anche mio zio, Ferruccio Gottarelli, allora giovanissimo ma già scultore e pittore affermato (in seguito è stato anche insegnante di storia dell'arte). Ho visto nascere sotto i miei occhi quadri e sculture. Lo zio, affettuosamente, si prendeva cura delle mie attitudini al disegno dandomi consigli e suggerimenti e fornendomi carta e matite colorate, così come anche mio padre faceva sempre. Fin dal tempo delle scuole elementari, ho frequentato assiduamente lo studio del pittore Marzocchi, mio generoso, geniale maestro e amico di sempre. Ho seguito contemporaneamente studi classici e mi sono laureato in legge, senza mai tralasciare il gioco del disegno e dei colori: e non ho mai tralasciato il disegno, nemmeno durante la guerra a cui ho partecipato come ufficiale dei granatieri. Dal tempo del ginnasio ho iniziato a pubblicare alcune illustrazioni per la rivista femminile "Cordelia” e per il giornale “Credere”, pubblicato a Roma. Dopo la guerra, nel 1946, mi sono trasferito a Milano e, pur seguitando a dipingere quadri, ho prestato opera libera di illustratore per i principali editori di Lombardia: Dall’Olio (Corbaccio), Mondadori, Bompiani, Bianchi e Giovini, Garzanti, Bietti, Rizzoli, ecc.; ho anche lavorato per le Edizioni Mediterranee di Roma. Col passar del tempo, a poco a poco, mi son reso conto che spesso ero condizionato dal gusto dei committenti e che dipingendo alla mia maniera e libero dalle mode mi sentivo di poter dare il meglio di me: infatti nel ritrarre ciò che appare agli occhi affiora dal nostro profondo l’assoluta identità che ci lega al mondo che è attorno a noi, perché con quel mondo siamo la stessa cosa; disegnare e dipingere così vuol dire appunto "GUARDAR-SI ATTORNO", trasmettendo agli altri questo sentire. Dal 1952 dunque ho cominciato a esporre in personali e collettive in Italia prima e all’estero poi. Nel 1958 sono stato chiamato in Venezuela, a seguito di un concorso per eseguire vari pannelli di grandi dimensioni per la Casa d'Italia di Caracas sul tema da me proposto “Caffè italiani della belle époque”. In Venezuela son poi tornato saltuariamente per una decina di volte, Fino al 1989: la ho esposto ripetutamente a Caracas, a Barquisimeto, ritraendo quell’immenso e colorato Paese, in viaggi di migliaia di chilometri, attraverso i vari stati: sulle Ande, nelle pianure e fin nell’Amazzonia, tra gli indios primitivi. Ho seguito in tanti suoi viaggi di lavoro, il caro amico milanese ingegner Egidio Campanini, che, per conto del governo venezuelano costruiva strade, ponti e acquedotti nel profondo interno del Paese; io lo seguivo con carta per gli schizzi a penna e colori a olio per dipinger dal vero. Poi, dopo ogni mio ritorno in Italia, l’amico ingegnere e la figlia Tonia, organizzavano esposizioni in Venezuela dei quadri che avevo lasciato a Caracas. In Italia ho esposto a Bologna e altrove: ancora a Milano, a Broni; in Svizzera, a Locarno; in Francia, in Borgogna al Castello di Ruffey; in Olanda alla Casa Italiana di Cultura di Amsterdam; nel Belgio, a Bruxelles e a Liegi; ho esposto inoltre negli Stati Uniti alla “Galerie des deux Mondes” di New York (vedi articolo), e, ripetutamente presso la Continental Art Gallery. Nel 1965 sono stato ricevuto alla Casa Bianca dal Presidente Lyndon Johnson (vedi articolo). Nel 1966 ho avuto l’incarico, dalla casa editrice Rizzoli, di illustrare un viaggio in Russia (ancora Unione Sovietica), quel mondo oltre la cortina di ferro, cosi diverso dal nostro occidentale, dove ho avuto occasione di incontrare Yuri Gagarin (vedi articolo). Ritornato definitivamente a Bologna, ho esposto presso le Sale della Biblioteca di Zola Predosa le mie illustrazioni sul “Pinocchio”; e poi presso Piccinini Arte e presso la Galleria Oberdan, nel 2007. La mia ultima avventura di illustratore l’ho vissuta col “Pinocchio" (vedi copertina), dopo il fortunato incontro con Dina Lorenzini discendente della famiglia di Carlo Lorenzini, il Collodi. Ho buttato giù le duecentosettanta illustrazioni, come se le avessi disegnate dal vero, tutte di un fiato; e le ho disegnate proprio per me, cosi come le ho sentite, dando al burattino l’immagine voluta dall’autore e da lui concordata allora, nelle prime due edizioni del libro, con gli illustratori Mazzanti e Chiostri. E ho ambientato il mio lavoro nel mondo dei macchiaioli toscani, coevi di Pinocchio e a me cosi congeniale. Ho imparato ad amare la bella favola di Pinocchio quando ero un bimbo, accanto a mio padre Carlo, che ha trasmesso in me il candore della sua passione di adulto per questa incantevole storia. Umberto Sgarzi |